Forma e colore

Forma e colore

Elisabetta, come tanti che si avvicinano al mondo dell'arte, ha cominciato a dipingere con quella curiosità che è necessaria per affrontare un percorso nuovo e al tempo stesso stimolante. Man mano che i progressi nell’acquisizione delle tecniche si facevano più palesi e la curiosità iniziale acquisiva una nuova dimensione più profonda e creativa, si veniva definendo una non comune personalità : le sue forme geometriche, scandagliate, scomposte e ricomposte a più riprese, testimoniano una ricerca intellettuale viva e una innata sensibilità cromatica, estrinsecata con prepotenza e al tempo stesso con la delicatezza propria di chi avverte "I 'odore" dell’arte. E' una scansione ritmica di spazi e forme, linee che si accostano e che non si frangono, quasi a volere dimostrare I 'intrinseca compiutezza.


Walter Tacchini

Aspetti

Due aspetti nella produzione di Elisabeth Nibelle: l'astratto come forma e l'acquerello come tecnica.

Nell'astratto si esprime la riduzione del reale alla struttura essenziale che ne sottende e sostiene la vita, linee di forza senza retorica.

Nell'acquerello, questa struttura vibra nel colore e nell'aneddottico della figura di tutto il delicato sentire che la anima, al tempo stesso nostalgia e scoperta di vita.


Luciano Del Pistoia

Procedimento Creativo

Ispirata dall’architettura – si trova spesso l’arco a tutto sesto nelle sue grandi composizioni geometriche astratte – non disdegna tuttavia il motivo decorativo nel quale introduce una certa fantasia personale. Lavorando spesso per serie (i pilastri, i caleidoscopi, le figure ludiche del bestiario, le evocazioni stilizzate degli elementi della natura come “Corona e sole” o “Sole e onde”) passa da un registro all’altro con una delicata semplicità. Ma, sotto la semplicità delle apparenze, mira certamente a una dimensione simbolica. Le sue opere, dispensatrici di pace, parlano anche al cuore. 

L’arte conduce il suo gioco infinito

Mi hanno sempre interessato certi acquerelli di Elisabeth Nibelle, ed anche colpito per lo scoprirvi una suggestione o incanto o piuttosto un luminoso incantesimo e per la misteriosa sensualità dei tessuti indagati nel punto dove le pieghe possiedono la curva e l’abbandono di un corpo, ed anche per il sembrarmi inesplicabile dover subire una strana inquietudine di fronte a un disegno così calmo e puro, chiuso nella trasparente diffusione di un colore tenue e sospeso in un senso di immobilità quasi metafisica. Ma perché stupirsi, se è proprio qua, su questo limite e punto di contrasto e sul continuo interrogarci, che l’arte fa il suo giuoco infinito.

Renato Carozzi

Testimonianze

E.N. è destinata a questo, rappresenta una europeità: la madre viennese, il padre francese (Normandia), il marito italiano; è vissuta in Francia, Austria e da 30 anni in Italia, Toscana, Lucca.
Bisogna capire l'opera di E.N. partendo da questo terriccio di una "alma mater culturale": non semplicemente imitante, ri-producente, ma riprendendo con maestria la tradizione, dissolvendola, per renderla poi, nuovamente formata. In questo modo capisco queste forme  geometriche, kaleidoscopiche, che si deformano emozionalmente e intellettualmente sotto la "lente" di questa artista, per riapparire nuovamente strutturate, adeguate al tempo, e ricomposte. Da una parte un gusto latino per l'essenziale, d'altra parte una sobrietà "nordica", ma che è sempre pronta a mutarsi in una emozionalità romantica - tutti questi elementi si fondono simbioticamente in tutta l'opera di E.N.



Dr. Ulf-H. Marckwort

Le Rêve de la Réalité